Il parco del castello di Schwetzingen è uno
dei parchi barocchi più belli della Germania. All’inizio del Settecento, quando
gli ambienti del castello non erano più sufficienti ad accogliere tutte le
festività di corte, il principe elettore del Palatinato, Carlo Filippo, dopo la
sua ascesa al trono nel 1716, ordinò immediatamente la costruzione di
un’orangerie che contenesse anche un’ampia sala da ballo.
Prospettiva del progetto per il castello di
Schwetzingen e delle orangerie.
I lavori di costruzione iniziarono nel 1718
e proseguirono per ben dieci anni a causa dell’insufficiente liquidità
finanziaria del principe. Stando ai documenti dell’epoca, fu l’architetto
italiano Alessandro Galli da Bibiena ad essere incaricato della progettazione e
direzione dei lavori.
Il progetto del Galli si articolava in un
corpo centrale contenente la sala da ballo, e due ali a forma di un quarto di
cerchio che si propagavano, una a destra, l’altra a sinistra, terminando in due
padiglioni. L’insieme assumeva così la forma di un semicerchio aperto verso
ovest che racchiudeva una parte del giardino. Davanti alla sala da ballo c’era
una terrazza dalla quale si raggiungeva il giardino. I soffitti degli ambienti
erano decorati con stucchi e i pavimenti erano di ceramica olandese. Tutti i
locali potevano essere riscaldati.
Gli edifici dell’orangerie furono ultimati
nel 1728, ma già allora dimostravano dei difetti che furono riparati solo
provvisoriamente. Fu per questo che il successore di Carlo Filippo, il principe
Carlo Teodoro, consentì, nel 1742, la parziale demolizione della vecchia
orangerie, anche per poter dare espressione alle proprie idee. In base ad un progetto,
sempre del Galli, nel 1748, iniziò la costruzione del primo segmento
settentrionale destinato ad orangerie. La costruzione del secondo segmento,
quello meridionale, iniziò nel 1752 e fu ultimato nel 1755. Dopo questi lavori
anche il resto della vecchia orangerie fu demolito. I nuovi edifici furono
attrezzati con 15 stufe di ghisa e tende di carta oleata che fungevano da
schermatura parasole.
Poiché le finestre della facciata principale
del segmento meridionale erano orientate a Nordovest, alcune finestre vennero
inserite anche sul lato Sudest. Questo segmento conteneva due sale riccamente
decorate che servivano per le festività di corte, mentre i locali più spogli
del segmento settentrionale erano usati principalmente per svernarvi le piante
coltivate in vaso.
Progetto del giardino con il parco di caccia di Nicolas de Pigage (1762)
la nuova orangerie si trova sul bordo di destra
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Al novembre del 1756 risale la notizia
secondo la quale il numero delle piante era diventato ormai troppo elevato per
poterle riparare tutte nell’orangerie. Per questo motivo, il patrimonio di
piante di melo cotogno, alloro ed oleandro venne notevolmente ridotto.
In considerazione dello spazio limitato in cui far svernare le piante, nel 1761, il principe Carlo Teodoro conferì al suo direttore dell’edilizia, Nicolas de Piagge, l’incarico di progettare una seconda orangerie abbinata a due serre. Questa seconda orangerie entrò in funzione già nell’inverno 1762/63. Nella primavera del 1762 fu ultimato anche il canale che serviva come riserva d’acqua piovana. L’ultimazione della prima serra è databile intorno al 1770, mentre la seconda non fu mai realizzata per mancanza di fondi.
La nuova orangerie fu progettata solo come riparo
invernale di piante delicate. L’ampia facciata vetrata è orientata a Sud;
l’ambiente è quindi ben illuminato e riscaldato dal sole. Grandi sportelloni di
legno potevano ombreggiare le finestre in estate e conferire un isolamento
termico in inverno. Nella parete nord erano inserite le canne fumarie per le
stufe e piccole finestre per migliorare la ventilazione. L’ala occidentale e
quella orientale erano destinate ad accogliere le piante per farle svernare,
mentre la parte centrale era riservata alla coltivazione di piante di limoni e
di arancio.
Gli inventari del 1795 indicano 1050 piante tenute in
grandi vasi di terracotta. Per l’annuale trapianto di 140 – 150 alberi
occorrevano otto persone per un periodo di quattro - sei settimane, mentre per
annaffiare tutte le piante erano necessarie 24 persone al giorno. Due
giardinieri erano continuamente impegnati a potare e a pulire le piante. Il
trasloco dei vasi dall’orangerie all’esterno (e dall’esterno all’orangerie)
richiedeva 36 persone e 12 cavalli per almeno cinque giorni. La legatura e la
sistemazione dei vasi con le piante davano lavoro a sei uomini per dieci
giorni. A causa della riduzione dei fondi per il giardino, nel 1800 il numero
delle piante era stato ridotto a soli 600 esemplari. Qualche anno dopo, la
coltivazione si limitava unicamente agli alberi più belli e più sani, lo
stretto necessario per decorare la piazza davanti all’orangerie.
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