Quinto Orazio Flacco nacque l’otto dicembre del 65 a.C. a Venusia, in Lucania (oggi Venosa, al confine tra Puglia e Lucania, figlio di un fattore liberto che, avendo svolto l’attività di esattore alle aste pubbliche (coactor exactionum), aveva accumulato un modesto patrimonio. Stando a quanto scrive Svetonio, è possibile che il padre fosse un salsamentarius , ovvero un commerciante di pesce salato. Dopo il trasferimento a Roma, Orazio frequentò i corsi del noto grammatico Orbilio per proseguire poi i suoi studi ad Atene, dove studiò filosofia e lettere (1).
Dopo l’assassinio di Cesare, nel 44 a.C., Orazio si
arruolò ad Atene nell'esercito di Bruto e Cassio, nel quale combatté come
tribuno militare nella battaglia di Filippi (2) (42 a.C.). Dopo la disfatta,
grazie ad un’amnistia, poté tornare a Roma dove apprese la notizia della
confisca del podere paterno. Assunse pertanto l’incarico di segretario di un
questore (scriba quaestorius) e, avendo molto tempo libero, si dedicò
alla poesia.
La villa di Orazio si trova a Licenza, in provincia
di Roma, ed occupa un poggio a mezza altezza in loc. Vigne di S. Pietro. Il
sito dista da Tivoli circa 15 km, a nordest, e da Roma circa 42 km, quindi era
raggiungibile dalla capitale in poco più di un giorno. Nelle
sue opere, Orazio descrive l’aspetto dell’ambiente naturale circostante e la
vita quotidiana che si svolgeva intorno e nei campi. Stando alle informazioni fornite dallo stesso Orazio, il
podere doveva avere una superficie di circa 40 ettari, comprendenti terra
arabile, un frutteto, un orto, un vigneto, un uliveto, pascoli e un bosco. In
questo idilliaco luogo Orazio trovò la tranquillità e l’ispirazione per il suo
secondo libro delle Satire, per gli Epodi e per i primi tre libri
delle Odi, un magnifico guadagno per il mondo scaturito dalla donazione
di Mecenate.
La villa
di Orazio a Licenza. Planimetria da G. Lugli
La villa si sviluppa su due livelli. In quello superiore
si trovava l’abitazione vera e propria, con l’atrio, un peristilio al centro e
con dodici ambienti laterali, sei nella parte orientale e sei nella parte opposta.
Le due parti erano collegate da un criptoportico esposto a sudest e da un
corridoio centrale all’interno che si estende in direzione est-ovest. Alcuni
degli ambienti possiedono pavimenti a mosaico bianco e nero. Il mosaico
pavimentale della stanza più ad Ovest, sul lato Nord, rende quest’ultimo il più
importante dei cubicula, forse si
tratta proprio della stanza da letto del poeta.
Il giardino davanti alla villa (livello
inferiore) è raggiungibili tramite tre gradini,
copriva un’area di 2425 metri quadrati ed era circondato da un
porticato. Al suo centro si trovava una piscina.
La villa aveva forse un secondo piano con
altre stanze e con finestre dalle quali si potevano vedere il fiume Digenzia, i
centri di Licenza, di Civitella e il giardino.
Adiacente al lato occidentale, erano
collocati i bagni con il calidario, il tepidario e il frigidario, probabilmente
costruiti già per Mecenate. Il podere era affittato a cinque famiglie di
contadini liberi (coloni) e otto servi lavoravano per Orazio stesso.
Nonostante che il poeta avesse sempre minimizzato la dimensione del suo podere
(modus non ita magnus, villula, agellus, angelus ille), i ritrovamenti
archeologici indicano tuttavia un’altra situazione.
Nel
tardo rinascimento, eminenti studiosi ed appassionati cultori del mondo antico,
eseguirono degli studi e ricerche, facendo della speculazioni sui possibili luoghi
,in cui cercare la villa. Il ritrovamento di alcuni resti di pavimento a
mosaico e strutture murarie che affioravano dal terreno su una collinetta a
poca distanza dall’attuale paese di Licenza, fece concentrare l’attenzione
degli studiosi sulla vera ubicazione della villa.
Il
luogo si trovava vicino ad una piccola cascata d’acqua fresca che sorgeva poco
più a monte e che doveva ricordare al poeta il Fons Bandusiae di Venosa.
L’interesse
suscitato dal ritrovamento dell’edificio antico incoraggiò gli archeologi ad effettuare ulteriori indagini, sino a
quando, nel 1911, vennero iniziati degli scavi regolari, ripresi nel 1915,
sotto la direzione dell’eminente archeologo Angelo Pasqui.
Le
ricerche fecero affiorare le mura e le stanze che a tutt’oggi si possono
visitare.
Nel
periodo tra il 1997 e il 2001, gli scavi sono stati ripresi in altre aree della
Villa sotto la direzione del Prof. Bernard Frischer, Department of Classics
UCLA Director, in concerto con la Soprintendenza dei Beni Archeologici del
Lazio, portando alla luce nuove statue e reperti dell’epoca.
L’Antiquarium di Licenza raccoglie i materiali provenienti dagli scavi della
villa.
Note
(1) Hor. epist. 2,2,44
(2) Hor. carm. 2,1
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