lunedì 4 novembre 2013

Alla ricerca del migliore orientamento


Il Rinascimento aveva preparato il terreno per le moderne scienze naturali caratterizzata dalla ricerca empirica e dalla sperimentazione controllata dei fenomeni naturali. Galileo Galilei è normalmente considerato il primo scienziato moderno che affronta lo studio della natura e dei suoi fenomeni utilizzando conseguentemente questo metodo di ricerca. In una notte di dicembre del 1610 dirige il suo cannocchiale sulla luna, scoprendo che la superficie del nostro satellite non è liscia come uno specchio, come fino a quel momento si pensava, ma ha delle asprezze e scabrosità che possono essere interpretate solo come montagne.

Nel Seicento inizia anche una discussione scientifica sul migliore orientamento degli edifici, discussione che durò fino al XX secolo. Naturalmente si sapeva già da sempre che in Europa il migliore orientamento degli ambienti abitativi era quello verso il sole, verso Sud, ma dall’esperienza e dagli antichi scrittori si sapeva anche che bisognava anche tenere conto dei venti e di altri fattori climatici. Per alcuni architetti e costruttori la conciliazione di questi due aspetti comportava un certo dilemma.

Il nuovo spirito scientifico svegliatasi nell’epoca rinascimentale, spinse molti architetti e altri professionisti a cercare delle dimostrazioni scientifiche per ciò che si sapeva da sempre, cioè che il migliore orientamento degli edifici è quello verso Sud. Un motivo che ha spinta questa ricerca è forse stato anche la città medioevale con le sue anguste vie e la sua strettezza che non permetteva a molti edifici di far entrare il sole nelle stanze. Gli unici edifici che ricevevano abbastanza luce e sole erano i palazzi dei benestanti palazzi che si affacciavano a una delle piazze. Nella città medioevale che case erano di solito strette e profonde. Solo la stanza verso la via poteva ricevere luce diretta, mentre gli ambienti in profondità la ricevettero al massimo da un cortiletto interno. Nel rinascimento siamo testimoni di un profonda cambiamento della tipologia architettonica. I nuovi edifici ricevono verso la strada una facciata più larga dietro della quale c’è posto per una serie di stanze. L’alloggio riceve così più luce e più sole, soprattutto se si trova al primo o secondo piano.

Tra gli studiosi che si sono occupato del migliore orientamento degli edifici, si trovano: Joseph Furttenbach,  Franz Xaver de Zach, Bernhard Christoph Faust, Franz Knauff, Alfred Vogt, William Aktinson, Arthur  Korff-Petersen, Paul Schmitt e Fritz Konz

Gli studi sull’orientamento delle vie urbane e delle case a schiera, eseguiti negli anni Venti del secolo scorso in Germania, bisogna interpretarli basandosi sulla situazione economica in cui si trovava quel Paese dopo la Prima Guerra Mondiale. La Germania aveva perso la guerra e doveva versare somme esorbitanti di denaro per la ricostruzione. D’altra parte aveva un enorme fabbisogno di alloggi. Questi alloggi dovevano essere economici sia per quanto riguardava i costi di costruzione, sia per quanto riguardava quelli di gestione.

Per questo motivo furono eseguiti molti studi architettonici e urbanistici sulla fabbricazione industriale di alloggi e di elementi costruttivi, l’arredamento, l’igiene, il soleggiamento, il consumo di combustibili, lo spazio minimo di cui ha bisogno una famiglia. La domanda fondamentale era dunque “Wie bauen?“ (Come costruire?).

Furono banditi molti concorsi architettonici per ottenere valide risposte a questa domanda e l’aspetto energetico non era certo l’ultimo che i progettisti dovettero affrontare (vedi il paragrafo “La casa  crescente”). Naturalmente, nell’Europa centrale, il tema più importante era il riscaldamento invernale che costituiva, e che costituisce ancora oggi, la maggior parte dei consumi energetici degli alloggi. Un architetto che si occupò particolarmente di questo argomento fu Koen Limperg (1908–1943) di Amsterdam, che scrisse un libro sulla fisica degli edifici, intitolato „Naar warmer woningen“ („Verso case più calde“) (1). Per aver preso parte alla resistenza olandese contro i tedeschi, fu processato e condannato a morte nel 1943.

Nonostante tutti questi studi sul modo migliore di costruire, fino agli anni Quaranta vi sono solo pochi progetti e realizzazioni che affrontano il problema del migliore sfruttamento dell’energia solare (2).

Note

(1) Limperg, Koen, Naar warmer woningen. Overzicht van de warmtetechnische eigenschappen van bouwmaterialen en bouwconstructies met bespreking van de wijze waarop hiermede in de practijk kan worden gerekend. Holkema & Warendorf, 1936.
(2) Reusch, Heinz, Geschichte der Nutzung der Solarenergie. Versuch einer Darstellung der geschichtlichen Entwicklung der passiven und aktiven Nutzung  und des daraus resultierenden Einflusses auf das Bauwesen der Gegenwart, Hannover 1982, p. 106.

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