domenica 3 novembre 2013

Le limonaie del Garda


Il clima mite della zona del Garda ha favorito la coltivazione di diverse piante - tra cui l'ulivo e il limone - che non si trovano in altri luoghi dell’Italia settentrionale. Mentre gli ulivi resistono alle temperature invernali, i limoni bisogna proteggerli dal freddo. Così, nel 1600, si cominciò a costruire delle limonaie, ovvero delle serre, aperte nella bella stagione e chiuse in inverno, in cui le piante di limone e di cedro potevano svernare tranquillamente.

 
Le limonaie del Garda

La coltivazione dei limoni nella regione del Garda ebbe però inizio già nel secolo XIII, si dice per merito dei frati del convento di San Francesco di Gargnano, ma le più famose sono le limonaie di Limone del Garda (1).

Quasi aggrappati alla montagna o distesi lungo il litorale, a Limone sono ancora visibili numerosissimi i pilastri e le muraglie di queste “limonaie”, i caratteristici giardini in cui si coltivavano i limoni. Si tratta di strutture composte di muri, pilastri, scale, portali e travi su cui si fissavano assi di legno e vetrate per proteggere piante e i frutti dal gelo.

Si cominciò a costruirli già alla fine del XVII sec., ma fu durante la prima metà del 1700 che a Limone la coltivazione divenne più consistente. Da allora, Limone fu "il paese dei limoni" e tutto l'arco del golfo restò segnato dalle nuove imponenti strutture, immortalate nelle stampe e decantate nelle pagine di scrittori e di poeti.

Numerosi viaggiatori dell’epoca hanno voluto descrivere queste costruzioni, tra cui anche Johann Wolfgang Goethe che quando le vide, il 13 settembre del 1786, restò molto impressionato. Nel suo taccuino egli scrisse a tal riguardo:

Passammo davanti a Limone, con i suoi giardini a terrazze su per il pendio dei monti, coltivati a limoni: uno spettacolo di ricchezza e di grazia. L’intero giardino consta di file di bianchi pilastri quadrangolari che sono collocati ad una certa distanza l’uno dall’altro, su per il declivio del monte a gradini. Sopra questi pilastri sono collocate delle robuste pertiche per coprire, in inverno, gli alberi che crescono negli intervalli. La lentezza della traversata favoriva l’osservazione e la contemplazione di questo piacevole spettacolo…”.

Anni e anni di duro lavoro per disporre di grandi serre a protezione delle piante e dei frutti dai possibili rigori invernali. Grazie al suo clima e alle sue “limonaie”, l’attività della coltivazione dei limoni in serra segnò profondamente il paesaggio di Limone e influenzò la vita e l’economia della sua gente per oltre due secoli. Fu la zona di produzione d’agrumi per scopo commerciale più settentrionale del mondo. I limoni arrivavano in Germania, in Polonia, in Russia, garantendo lavoro per molti e profitti non indifferenti.

Nella seconda metà dell'Ottocento si manifestarono i primi segnali di crisi, dapprima a causa della malattia della gommosi (1855), poi per la concorrenza dei limoni delle regioni meridionali a seguito dell'unificazione d’Italia (1861) e dello sviluppo dei trasporti, infine per la scoperta dell'acido citrico sintetico. Tutti questi fattori resero la coltivazione sempre meno remunerativa; la Prima Guerra Mondiale, con la requisizione dei materiali di copertura dei giardini, e il freddo eccezionale dell'inverno 1928-29 inflissero a tale coltivazione il colpo definitivo.


Oggi, come detto, restano solo i pilastri e le muraglie a testimoniare un florido passato.
 
Note

(1) Limone sul Garda, chiamato nel 1863 Limone San Giovanni, assunse l’attuale nome solo nel 1905, nome che tuttavia non si riferisce alla coltivazione dei limoni, ma deriva probabilmente da un'antica voce "limos" o "lemos", cioè olmo, oppure dal latino "limes", confine, con riferimento alla frontiera tra il Bresciano e il Trentino


 
Le famose limonaie del Garda come si presentano oggi

Nessun commento:

Posta un commento