domenica 3 novembre 2013

Un castello e un vigneto


Il castello di “Sans Souci” di Federico II
di Prussia a Potsdam

All’inizio del Settecento, a Potsdam, nella proprietà della casa reale di Prussia, c’era una collina tutta nuda, una volta coperta da querce ormai scomparse perché usate per la costruzione di fortificazioni sul paludoso terreno della zona. Nell’estate del 1744, il re di Prussia, Federico II, ordinò il terrazzamento del versante meridionale del “colle nudo” per impiantarvi un vigneto. I vigneti erano abbastanza comuni nella marca di Brandeburgo sin dal secolo XIII.

 
Il palazzo e il vigneto di Sanssouci a Potsdam

Sul versante sud della collina furono allora costruite sei larghe terrazze, leggermente curve e rette da pesanti muri di sostegno (i cosiddetti muri Talot) per sfruttare al massimo possibile gli apporti solari. Sui muri furono montate delle spalliere che reggevano le viti importate da Portogallo, Italia e Francia. I muri erano interrotti da 168 nicchie chiuse da vetrate entro cui crescevano dei fichi. Sul bordo verso valle delle terrazze crescevano filari di tassi e una siepe di alberi fruttiferi coltivati a spalliera. Nell’asse centrale, una larga scalinata con 120 gradini, suddivisa in sei parti come le terrazze, portava dall’alto della collina alla parte piana, al parterre, dove, nel 1745, venne allestito un giardino in stile barocco con una grande fontana. Ad ognuno dei lati delle terrazze trovarono posto le rampe d’accesso per i giardinieri.

Nelle vicinanze c’era anche l’orto che forniva la cucina e che fu conservato perché Federico, che non solo era un grande estimatore di frutta fresca, ma era del parere che l’arte e la natura dovrebbero formare un unico insieme. L’armonia tra uomo e natura si vede anche nella disposizione del palazzo reale costruito sulla sommità del colle dove fu impiantato il vigneto.  

Ultimato il vigneto a terrazza, nel gennaio del 1745, Federico ordinò di costruire, in cima allo stesso, un piccolo palazzo di svago ad un solo piano, una „maison de plaisance“. Il re ne disegnò personalmente le bozze ed incaricò della progettazione l’architetto Georg Wenzeslaus von Knobelsdorff. Il castello fu costruito tra gli anni 1745 – 1747 e chiamato “sans souci” (senza preoccupazioni), così come il parco circostante.



Progetto dell'architetto Knobelsdorff (1744-45): vedute esterne e pianta.
Legenda: 1 Vestibolo, 2 Sala di marmo, 3 Sala delle udienze, 4 Sala da concerto, 5 Studio e camera da letto, 6 Biblioteca, 7 Galleria, 8 Camera per ospiti, 9 Camera per ospiti, 10 Camera per ospiti, 11 "Camera di Voltaire", 12 "Camera di von Rothenburg", 13 Alloggi della servitù.

Federico respinse la proposta dell’architetto di costruire il palazzo su un piano interrato, perché voleva che i saloni fossero sullo stesso livello della terrazza. A causa di questa decisione i pavimenti erano sempre freddi, anche perché il palazzo poteva essere riscaldato solo con grandi difficoltà.

L’architettura del palazzo fa capo al concetto architettonico francese dell’”appartement double” il quale rappresentava allora il massimo comfort che un edificio potesse offrire. Un doppio appartamento è un gruppo di due locali attigui, consistente in un salone a cui è abbinato un locale di servizio. Nel caso di “Sanssouci”, il risultato del concetto è la costruzione di due file parallele di locali: una fila con i saloni orientati verso sud e una con i locali di servizio sul lato nord. I saloni sono collegati, l’uno con l’altro, tramite porte disposte al centro delle pareti divisorie (enfilade), in modo che la sequenza dei locali diventi immediatamente palese. Il palazzo si articola in una parte centrale e due ali laterali ciascuna delle quali formata da sei doppi appartamenti. La parte centrale è occupata da un vestibolo sul lato nord e, verso il giardino, dalla Sala di marmo, un salone di ricevimento il cui carattere ufficiale si distingue profondamente dall’intimità degli altri saloni. Tutti i saloni sono orientati verso sud e si aprono sulla spaziosa terrazza davanti al palazzo. Nell’ala occidentale erano disposti cinque saloni per ospiti, in quella orientale l’abitazione del re con un salone riservato alle udienze, una sala da concerti, uno studio, una biblioteca e una stanza da letto, nonché una galleria sul lato nord.

 
La parte centrale con il grande salone centrale del palazzo di Sans-souci a Potsdam



Per un re, un palazzo con soli dodici saloni, di cui solo cinque abitati da Sua Maestà, era cosa molto modesta. Le residenze principesche costruite a partire dalla seconda metà del Seicento, si orientavano all’architettura di Versailles e dovevano esprimere il potere politico ed economico dei loro nobili proprietari. Questi palazzi erano normalmente troppo grandi ed estesi per essere abitati dalla famiglia del principe e della sua corte, quindi erano edifici piuttosto scomodi. Dopo tutto questo lusso, nel Settecento cambiarono i gusti e anche le famiglie nobili cominciarono a desiderare abitazioni che offrissero più intimità e comfort. L’architettura di “Sanssouci” rappresenta proprio questo cambiamento.

Insomma, a Sanssouci, il re di Prussia amava trascorrere la stagione estiva “senza preoccupazioni”, in mezzo alla natura e coltivare i suoi interessi artistici e filosofici, senza, però, trascurare i suoi obblighi istituzionali. Un mulino a vento, presente sulla collina già dal 1736, rese ancora più idilliaco il luogo.

Il parco di Sanssouci verso il 1900
 
A distanza di appena due anni dalla costruzione e non ancora interamente completato, il palazzo venne inaugurato (1 maggio 1747). Ad eccezione dei periodi di guerra, ogni anno, Federico vi trascorreva regolarmente il periodo da fine aprile ad inizio ottobre.

A Sanssouci, il re si dedicava alla musica, a suonare il flauto traverso, a governare il suo paese con grande disciplina e a vivere modestamente senza alcun lusso. In vecchiaia la sua modestia si trasformò in avarizia che lo portò ad opporsi ostinatamente alla necessaria manutenzione del palazzo adducendo come scusante che “ deve durare solo fino alla mia morte”.   

E proprio a Sanssouci, nella poltrona del suo studio, il re di Prussia morì il 17 agosto 1786 e là avrebbe voluto essere sepolto presso i suoi amati cani. Ma il successore, Federico Guglielmo II, contravvenendo alle sue volontà, lo fece seppellire nella Garnisonkirche di Potsdam. Solo nel 1945 e dopo molte vicissitudini, la salma di Federico venne infine tumulata nella tomba di Sanssouci.

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