giovedì 26 settembre 2013

Clima caldo e secco


Tre delle più grandi civiltà dell’antichità sono nate e cresciute in un clima generalmente caldo e secco, attenuato solo dalla presenza di grandi fiumi e i loro affluenti: il Tigri e l’Eufrate in Mesopotamia, il Nilo in Egitto e l’Indo nell’attuale Pakistan. In mezzo al deserto questi fiumi hanno creato delle oasi fluviali con acque pescose, terre fertili e ricche di vegetazioni e di selvaggina. 

In questi paesi arsi dal sole, l’uomo cerca l’ombra, ma, purtroppo per nutrirsi deve lavorare all’aperto, coltivare i campi, allevare bestiame, pescare e cacciare, cioè stare esponendosi al sole. E si sta quasi sempre all’aperto dove l’unica difesa dal sole consiste in un adeguato abbigliamento. Le dimore servono per dormire e per ripararsi all’ombra nelle ore più calde. Le prime dimore di cui sono rimaste solo poche povere vestigia sono capanne costruite con le piante che crescono in abbondanza ai bordi dei fiumi come il giunco. Capanne di questo tipo, costruite dai pescatori, si possono ancora oggi vedere nel Shatt-el Arab.

Nei villaggi e nelle città le case sono più solidi in confronto alle capanne dei pescatori e dei contadini. Nelle città le case sono muri costruiti con mattoni di fango e argilla, o almeno erano fino poco tempo fa. Oggi questa edilizia tradizionale sta scomparendo e al posto delle vecchie case sorgono costruzioni in cemento armato e blocchi di laterizio, così come dappertutto. 

Cominciamo il nostro viaggio nell’architettura tradizionale in climi secchi e caldi con quella della Mesopotamia.

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