domenica 29 settembre 2013

Clima mediterraneo - Roma antica - La villa rustica


Secondo Plinio il Vecchio e Vitruvio vi erano due tipi di villa: la villa urbana, che era una residenza di campagna che poteva essere facilmente raggiunta da Roma (o da un'altra città) per una notte o due, e la villa rustica, la residenza con funzioni di fattoria occupata in modo permanente dai servi o da schiavi che ci lavoravano per i padroni.

Una villa rustica è un podere o una fattoria. Una villa rustica comprende la residenza del proprietario e i fabbricati agricoli: (alloggi dei servi, stalle, magazzini, depositi e laboratori. Secondo Vitruvio, l’abitazione del proprietario di una villa rustica non è molto differente rispetto alla casa signorile in città, ma architettonicamente è un po’ meno esigente; importante è che essa sia funzionale. Pertanto Vitruvio chiama la casa padronale di una villa rustica “pseudourbana” (1)  

L’abitazione del proprietario

Per quanto riguarda l’abitazione del proprietario le raccomandazioni di Vitruviuo sono le stesse di quelle per la casa signorile in città. Raramente le case padronali di campagna seguono lo schema della casa signorile urbana, perché la campagna offriva più spazio e la possibilità di disporre i singoli ambienti più allegramente e  di integrarli nella natura circostante, creando per esempio un divertente insieme di edifici, terrazze, porticati, pergolati, aiole, specchi d’acqua e boschetti.

Plinio il Giovane (61-62 - 113 o 115 d.C.) possedeva due di queste ville, una non lontano da Ostia sulla costa tirrenica, l’altra in Umbria, vicino all’odierna Città di Castello. Di queste due ville urbane non è rimasto quasi niente e le conosciamo soprattutto dalla corrispondenza dello stesso Plinio. La prima villa è descritta in una lettera all’amico Gallo (2), la seconda in una lettera all’amico Apollinaris (3).

Meglio conosciuta è invece la villa urbana di Orazio (65–8 a. C.) in Sabina, che la ricevette in dono da Mecenate, suo amico e influente consigliere dell’imperatore Augusto. La villa, che si trovava a Licenza, in Provincia di Roma, è stata esplorata dagli archeologi. Una prima campagna di scavi risale all’inizio del Novecento, a cui ne seguirono diverse altre. Nuovi scavi sono stati ripresi tra il 1997 e il 2001 e sono tutt’ora in corso.

Verso la fine della repubblica, Varrone critica la tendenza di dare più peso alla parte abitativa delle ville rustiche che alla parte agricola e contrappone alle moderne ville di lusso la semplicità delle antiche fattorie che servivano principalmente all’attività agricola.

I fabbricati agricoli

Sull’ubicazione e sull’orientamento più favorevoli dei fabbricati rurali Vitruvio si esprime così (4):

“ In primo luogo riguardo alla salubrità, come è stato scritto nel primo volume sulle disposizione delle mura di una città, si osservino gli orientamenti e così si dispongano le ville….. Sulla corte la cucina sia sistemata nella posizione più calda, abbia inoltre congiunte le stalle per i buoi, e le loro mangiatoie guardino verso il focolare e la zona orientale del cielo, per il fatto che i buoi, se vedono la luce e il fuoco non diventino selvaggi ….. Analogamente i bagni siano congiunti alla cucina, poiché in tal modo il servizio per il bagno rustico non sarà distante. Pure il frantoio sia prossimo alla cucina, poiché in tal modo il servizio per i prodotti oleari sarà comodo, e abbia congiunta la cella vinaria, dotata delle luci delle finestre rivolte a nord,  poiché se le avrà da un'altra parte che il sole può riscaldare, il vino che si troverà in tale cella, intorbidato dal calore, diverrà senza vigore.

Invece la cella olearia deve essere disposta in modo da ricevere luce da sud e dagli orientamenti caldi. Poiché l’olio deve non congelarsi ma raffinarsi con il clima caldo….

I granai siano disposti col fondo rivestito e guardanti verso nord e l’aquilone, poiché in tal modo le granaglie non possano riscaldarsi in fretta, ma rinfrescate dall’aria si conservino a lungo. E infatti gli altri orientamenti danno vita al gorgoglione e alle altre bestiole che sogliono nuocere alle granaglie. Alle scuderie siano riservate le sedi più calde nella villa, purché non guardino verso il focolare. Poiché i giumenti quando stalleggiano presso un fuoco, diventano selvaggi.

Sembra opportuno che si debbano fare magazzini, fienili, depositi per il farro e pistrini al di fuori della villa, affinché le ville siano più protette dal pericolo del fuoco”.

Le case rurali dovrebbero quindi sorgere in siti salubri. La cucina dovrebbe essere collocata in un luogo caldo che confini con l'aia e le stalle dei buoi. Queste ultime, secondo una vecchia credenza contadina, dovrebbero essere orientate in modo che il bestiame guardi a Est. Il bagno dovrebbe essere collegato alla cucina per facilitare il suo rifornimento con l’acqua calda. Vicino alla cucina dovrebbe esserci anche il frantoio; il deposito dell'olio d'oliva dovrebbe prendere luce da Sud affinché l'olio in inverno non congeli e rimanga sempre fluido. I depositi per il vino, il grano, la frutta e gli altri alimenti dovrebbero invece prendere luce da nord affinché non abbiano a subire grandi oscillazioni di temperatura; il granaio dovrebbe essere orientato a Nord o a Nordest ed essere ben ventilato. Per le stalle destinate ai cavalli, Vitruvio consiglia un luogo caldo, ma non vicino alla cucina. Pagliai, fienili e altri depositi per il foraggio, nonché il forno, dovrebbero essere costruiti ad una certa distanza dalla villa rustica allo scopo di prevenire eventuali incendi. Tutti gli edifici e i locali della villa devono essere ben illuminati, soprattutto i triclini, i corridoi e le scale.

 
Ricostruzione della Villa rustica di Boscoreale (plastico)

Così, come per una città, anche per una fattoria bisogna scegliere un sito molto salubre. Inoltre, egli dice, la cucina della fattoria dovrebbe essere situata nell’angolo più soleggiato del cortile. Adiacenti alla cucina, ed esposte verso est, dovrebbero trovarsi le stalle dei bovini. Lo scrittore romano Columella (I sec. d.C.) raccomanda persino la costruzione di due stalle per il bestiame, una estiva, l’altra invernale (5). Per i servi prevede stanze comode orientate verso il meriggio equinoziale che è l’Ovest.

Pianta della villa rustica di Cecilio Giocondo o del Tesoro di Boscoreale (da Pasqui). Leggenda:  A cortile, M N, O bagni, P torcularium (stanza di lavorazione del vino), Q deposito delle giare

Anche i bagni dovrebbero essere collocati presso la cucina. Così facendo si crea, nel complesso dell’edificio, un nucleo caldo che fa risparmiare combustibile. Le finestre della cantina del vino dovrebbero aprirsi verso nord, affinché la luce e il caldo non facciano guastare il prodotto. Il deposito dell’olio invece dovrebbe essere orientato verso sud per tenerlo caldo, perché esso deve rimanere fluido e non addensarsi sotto l’azione del gelo. I granai dovrebbero essere situati in luogo elevato e ventilato, orientati quindi a nord o nordest, per tenere il grano al fresco. Le stalle dei cavalli dovrebbero essere collocate verso il lato più caldo della fattoria. Il fienile e il forno devono stare discosti dagli altri edifici, sempre per prevenire la propagazione del fuoco in caso di eventuali incendi. Per quanto concerne l’abitazione del padrone, Vitruvio rimanda ai consigli dati per la costruzione delle case di città, aggiungendo che tutti i locali della fattoria dovrebbero essere ben illuminati, in particolare le sale da pranzo, i corridoi e le scale.

Nelle ville rustiche, gli schiavi di campagna, destinati all’agricoltura e all’allevamento, abitavano in appositi “quartieri” chiamati ergatulum (un nome che è perciò diventato il sinonimo di prigione perpetua), dimore che oggi si potrebbero definire stalle o porcili. Infatti, nelle grandi tenute in campagna si tenevano spesso dei veri e propri “allevamenti” di schiavi.

Note

(1) Vitruv, VI, V, 3
(2) Plinio min., Ep. libro II, lettera 17
(3) Plinio min. Ep. libro V, lettera 6
(4) Vitruv, VI, VI, 1-5
(5) Columella, de re rustica, lib. I, cap. VI
(6) Columella. De re rustica, Lib.I, cap. VI

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