venerdì 27 settembre 2013

Clima caldo e umido - Polinesia – Le isole Samoa


L’architettura tradizionale che si trova in climi caldi e umidi è molto diversa di quella che si incontra in climi caldi e secchi. Come esempi abbiamo scelto l’architettura tradizionale delle isole Samoa e quella del Giappone. Si tratta di due risposte architettoniche diverse a un clima caldo è umido.

Le isole Samoa si trovano nell’emisfero Sud, nella fascia equatoriale nella parte sud-occidentale dell’Oceano Pacifico. Il clima di questa regione è tropicale e conosce solo due stagioni: una stagione di siccità e un’altra delle piogge che dura da novembre fino ad aprile. Le temperature variano tra 20°C e 30°C con una media di 27°C. Le precipitazioni sono abbondanti: annualmente cadono 2870 mm di pioggia (Roma 760 mm). Ogni tanto forti tempeste tropicali invadono il’arcipelago.


 
L’arcipelago di Samoa è politicamente diviso in una parte occidentale che forma uno stato indipendente, mentre quella orientale appartiene agli Stati Uniti d’America.  Allo Stato si Samoa appartengono due isole principali: Upolu con la capitale Apia e Savai’i. Oltre la capitale Apia esistono nell’isola di Upolu solo piccoli villaggi. La maggior parte di questi si trova nella fascia costiera ed è collegata da una strada litorale. I villaggi sono formati da gruppi di case situate attorno una piazza pubblica (malae), presso la quale si trovano anche la chiesa, l’abitazione del sacerdote, la scuola, gli edifici per riunioni e le foresterie. Le case servono per dormire e sono abbinate ad altre in cui si cucina.

La tradizione di Samoa richiede dalle famiglie e dai villaggi di offrire ai visitatori ospitalità. Pertanto esistevano dappertutto delle foresterie sempre pronte ad accogliere visitatori e le famiglie si danno da fare per procurare agli ospiti cibo e acqua.

Nonostante le tempeste tropicali le abitazioni tradizionali sono leggere. La casa, chiamata in lingua samoana fale, è costruita con tronchi d’albero ed è aperta su quasi tutti i lati per procurare una continua ventilazione. Solo durante giornate di pioggia o molto ventose o quando lo chiede la privacy, la casa può essere parzialmente chiusa con schermi fatti di foglie di cocco, ma per la maggior parte del tempo rimane aperta. 

 
Casa tradizionale delle isole Samoa (Fale)

Le case sono coperte da un grande tetto con falde molto ripide, normalmente coperto con foglie da canna da zucchero che, preparate e impiegate secondo le regole, forniscono una copertura che dura tra dieci e quindici anni. La ripidezza del tetto fa scolare rapidamente l’acqua piovana senza che le foglie rimangano troppo bagnate. Naturalmente, in giornate di sole il calore sale in alto del tetto e asciuga tutta la costruzione.

Il pavimento delle case tradizionali è coperto con pietre di fiume, piane, levigate e arrotondate, perché ritenute ideali per equilibrare la temperatura nella struttura. In giornate calde e umide le pietre refrigerano la casa, in giornate più fredde mantengono il calore assunto dal sole e rendono la casa più calda e più confortevole.

Sopra il pavimento di pietra vanno stese delle stuoie, prima stuoie più grosse fatte di foglie di palme di cocco (pola), poi altre più fine (laufala), fatte da foglie essiccate di pandanus, una specie della famiglia dei Pandanacee con foglie strette e appuntite.

Nella cultura tradizionale degli abitanti una vita privata è quasi assente, tutto si svolge in comunità e così anche la costruzione di una casa è un’impresa collettiva alla quale cooperano tutti. Quando si costruisce una casa, una foresteria o un locale di riunione, si assumevano normalmente un capomastro o tufuga e i suoi collaboratori per un mese. Il tufuga dirige i lavori e controlla la loro esatta esecuzione, dimensiona tutti i pilastri e travi, sceglie le foglie che devono coprire il tetto e le corde e i legacci, mentre e i membri della famiglia o tutti gli abitanti del villaggio eseguono i lavori.

 
Questo tradizionale edificio samoano, originariamente usato per cerimonie, si trova oggi presso l’Università nazionale di Samoa ad Apia ed è spesso usato dal Club culturale dell’università.
 

Molte case tradizionali sono state distrutte nel 1964 da un terribile uragano. Il governo aveva poi stanziato dei fondi per costruire nuove case, ma queste dovevano essere costruite con blocchi di cemento. Questo intervento ha cambiato drasticamente l’architettura delle isole.

Anche la disponibilità di denaro versato da persone emigrate e la maggiore disponibilità di nuovi materiali hanno trasformato l’architettura degli edifici privati e pubblici. Al posto dei tronchi d’albero si usano oggi travi segati e le fondazioni sono di cemento che ha sostituito la calce preparata da coralli. La nuova architettura ha ridisegnato anche i costumi della gente. All’interno di una casa si trovano sempre di più una cucina e spesso anche un bagno.

 
Traditionelles polynesisches Haus
 

Nessun commento:

Posta un commento