domenica 29 settembre 2013

Clima mediterraneo - Roma antica - Le ville di Plinio il Giovane


Caio Plinio Cecilio Secondo, meglio conosciuto come Plinio il Giovane, è nato nell’anno 61 o 62 d.C. a  Novum Comum, l’odierna Como sull’omonimo lago. Era figlio di L. Cecilio Secondo e di Plinia, sorella di Plinio, autore della famosa Naturalis Historia. Il padre morì presto e sembra che anche la madre sia morta prima che il figlio iniziasse la sua carriera politica. Venne pertanto adottato da suo zio C. Plinio di cui prese il nome.

Sia i Cecili che i Plini erano due famiglie ricche e, poiché il giovane Secondo non aveva fratelli e suo zio non aveva figli, ereditò un sostanzioso patrimonio. Lo zio lo fece studiare a Roma alla scuola di Quintiliano. Grazie all’influenza dello zio, iniziò la sua carriera politica all’età di circa venti anni come decemviro. Assolse poi un anno di servizio militare in Siria. All’età di circa trent’anni, ricoprì la carica di questore, la condizione necessaria per diventare senatore. Seguono il tribunato, la pretura, la direzione dell’erario militare e la direzione dell’erario dello Stato, il consolato. Nel 103 d.C. circa fu nominato augure e, nel 103 o 104, curatore del Tevere, delle sue rive e delle fognature. La sua carriera si concluse con la carica di governatore delle Provincie di Bitinia e di Ponto (111-113 d.C) sotto l’impero di Traiano. La data della sua morte è incerta, si suppone che sia scomparso a Nicomedia nel 113.


Plinio il Giovane è conosciuto soprattutto per la sua opera epistolare (Epistulae). Si tratta di 247 lettere suddivise in dieci libri, scritte fra il 96 e il 109 d.C. ad amici e colleghi, nonché di una corrispondenza con l’imperatore Traiano. Celeberrimo è il racconto dell'eruzione del Vesuvio del 79, occasione della quale morì suo zio nel tentativo di portare aiuto ai sinistrati.

Nel nostro contesto rivestono particolare interesse le due lettere in cui Plinio descrive dettagliatamente le sue due ville in campagna, una situata al mare poco distante da Roma, l’altra in Umbria.

Molte edizioni delle lettere di Plinio il Giovane sono corredate con una ricostruzione ipotetica delle due ville da parte di H. Winnefeld (1), uno studioso tedesco, il quale interpretò il testo pliniano in maniera filologica. Questa ricostruzione non soddisfa però dal punto architettonico. Molti architetti hanno studiato il testo di Plinio, tra cui Luigi Canina e Friedrich Schinkel. Negli anni ’20 e ‘30 del secolo scorso, H.H. Tanzer (2) della Columbia University e l’archeologo tedesco-statunitense K. Lehmann-Hartleben (3) hanno raccolto i commenti relativi alle descrizioni delle due ville e hanno fornito anche una propria interpretazione. Nella raccolta di Tanzer appaiono 25 diverse interpretazioni della villa Laurentana e dieci per quanto riguarda la villa in Umbria.

Per quel che concerne le illustrazioni di questo testo, ho scelto i bellissimi disegni di Hans Döllgast (1891-1974), un architetto e grafico tedesco, affezionato all’Italia e ai suoi monumenti. I disegni di Döllgast li ho ritrovati in un vecchio fascicolo della rivista “Heraklith Rundschau”, edita e pubblicata dall’azienda produttrice dei famosi pannelli termoisolanti ottenuti da trucioli di legno. Il fascicolo è del 1960 e fu distribuito a noi studenti di architettura per motivi pubblicitari, ma bisogna annotare che il fascicolo non contiene nessuna pubblicità.

La villa Laurentina

Della villa presso Roma, chiamata Laurento, egli ne parla nella lettera all’amico Gallo (Ep. libro II, lettera 17). La villa si trova 17 miglia (ca. 25 km) a sud della capitale e, come Plinio stesso spiega, percorrendo la Via Laurentina o quella Ostiense, è raggiungibile dalla città, dopo il lavoro quotidiano, in poche ore.

Per molto tempo si era creduto che il sito della villa si trovasse nel territorio di Castel Fusano, invece si trova ancora più a sud della Via Cristoforo Colombo sul territorio della tenuta presidenziale di Castel Porziano, tra l’antico Laurentum e Castel Fusano. La villa è orientata verso il mare, cioè verso sudovest.
 
 
 
La villa Laurentina di Plinio il Giovane a sud di Roma –
Planimetria e veduta da nordest (disegno: Hans Döllgast)
 

Ecco la descrizione della villa nelle parole di Plinio il Giovane:

"La villa è spaziosa, ma gli oneri di manutenzione sono però modesti. Si entra nell’atrio, un ambiente semplice ma elegante, a cui segue un porticato incurvato a forma di D che racchiude un piccolo cortile. Il porticato è un ottimo riparo quando il tempo è avverso, perché è vetrato (possiede cioè degli speculari) ed è protetto da un tetto sporgente. In asse con l’atrio e il porticato c’è un peristilio (cavedio) a cui segue un triclinio che si sporge verso il mare e, quando le onde arrivano da sudovest, l’acqua bagna le sue fondamenta. Il triclinio possiede grandi porte e finestre vetrate su tre lati, attraverso le quali ammirare il mare. Nella direzione opposta si guarda attraverso il cavedio, il porticato e l’atrio, sui boschi e i lontani monti.

A sinistra di questo triclinio, spostato un po’ indietro, si trova un ampio salone e, adiacente a questo, un altro più piccolo con due finestre; attraverso una finestra il sole penetra alla mattina, mentre l’altra consente di ammirare il tramonto. Su questa parte si vede anche il mare in basso, ma da una maggiore distanza. Il salone e il triclinio formano un angolo che raccoglie i raggi del sole e si riscalda. Questo è il posto dove in inverno la servitù può fare ginnastica. Lo spazio è protetto dai venti ad eccezione di quelli forieri di pioggia.

 
La villa Laurentina di Plinio il Giovane a sud di Roma –
Il padiglione (disegno: Hans Döllgast)

Con questo angolo confina una stanza a forma di abside con finestre che seguono il percorso quotidiano del sole. In una delle pareti è inserito uno scaffale per i libri che si consultano per studio. La stanza è quindi usata come studiolo. Presso lo studiolo, ma divisa da questo da un corridoio, si trova una camera da letto con un sottostante ipocaustum, quindi riscaldabile tramite aria calda. I restanti locali di questa ala sono riservati agli schiavi e ai liberti e sono tenuti così puliti che vi si potrebbe ricevere degli ospiti.

…. sul lato opposto [del grande triclinio] si trovano una stanza particolarmente elegante, poi una grande camera da letto o, se si vuole, un piccolo triclinio reso molto luminoso dal sole e dal mare. Segue ancora una stanza da letto con anticamera, adatta all’uso estivo grazie alla sua altezza, ma anche a quello invernale essendo molto riparata dai venti. A questa stanza è collegata un’altra, anch’essa con anticamera, ma divisa dalla prima da una parete divisoria.

 
La villa Laurentina di Plinio il Giovane a sud di Roma –
L'atrio (disegno: Hans Döllgast)

Segue ora il bagno freddo (frigidario) in cui sporgono due vasche semicircolari dalle due pareti lunghe opposte. Annessa è la stanza per la cura del corpo (unctorium) è il locale dell’ipocausto. Seguono due piccole camere e il meraviglioso bagno caldo (calidario), dal quale si gode una magnifica vista panoramica sul mare. Non lontano c’è lo sferisterio, lo spazio dove si gioca a palla, che, in piena estate, riceve sole solo poco prima del tramonto. Vi si erge anche una torre con due stanze al piano terra e altre due al primo piano, inoltre contiene un triclinio con vista sul mare, sulla spiaggia e su altre affascinanti ville.

La villa possiede anche una seconda torre in cui si trova un salone da cui si può vedere il sole sia quando si leva che quando tramonta. Dopo questo salone si trova una spaziosa cantina per il vino ed un magazzino e, accanto, una sala da pranzo dove il mare non si vede né si sente, nemmeno quando è molto agitato. Questo triclinio si apre verso il giardino e il vialetto circondante, limitato da bossi e rosmarini. Il bosso prospera solo se protetto da edifici; mentre si dissecca quando si trova sotto il cielo aperto, ed è esposto al vento e bagnato dagli spruzzi dell’acqua marina.  Lungo il vialetto, sul lato interno, si estende un pergolato ombroso con giovani viti. Nel giardino crescono gelsi e fichi, specie che su questo terreno prosperano magnificamente. La vista panoramica che si gode da questo triclinio esposto verso terra non è meno graziosa di quella sul mare. Dietro si trovano due ambienti adiacenti sotto le cui finestre, si trovano il vestibolo della villa e un altro fertile orto.

 
La villa Laurentina di Plinio il Giovane a sud di Roma –
Il Cavaedium (disegno: Hans Döllgast)

Partendo da questo complesso si estende un porticato (criptoportico) coperto che ha una dimensione quasi urbana. Questo criptoportico possiede finestre su ambedue i lati, più sul lato del mare e meno sul lato opposto. Queste finestre restano aperte quando il tempo è sereno, ma quando c’è vento, solo sul lato sottovento.

Davanti al criptoportico si estende una terrazza profumata da viole. Su un lato, il criptoportico viene riscaldato dai raggi solari, mentre il suo lato opposto protegge dai venti freddi. Su un lato si gode quindi di un bel tepore, mentre sull’altro il fresco. Il fabbricato frena anche il vento che viene da sudest (Africus) e protegge dai venti che spirano dalla direzione opposta. 

Queste comodità le offre il criptoportico in inverno, mentre in estate ombreggia la terrazza alla mattina, e al pomeriggio ombreggia una parte del viale e del giardino secondo la durata delle giornate. Sotto il porticato si ha un minimo di sole in piena estate, quando la posizione del sole è alta e, quando le finestre sono aperte, i venti freschi occidentali possono penetrarvi e spingere fuori l’aria calda.

 
La villa Laurentina di Plinio il Giovane a sud di Roma –
Il lido (disegno: Hans Döllgast)

Sull’estremità superiore della terrazza, del criptoportico e del giardino sorge un padiglione (dieta), di cui Plinio dice di averlo costruito da sé [probabilmente è stato aggiunto da Plinio alla struttura]. Questo padiglione contiene un ambiente, chiamato da Plinio heliocamimus [normalmente tradotto come solarium], che offre da un lato una vista sulla terrazza, dall’altra sul mare e da ambedue riceve il sole. Segue una stanza dalla quale si vede attraverso la porta nel criptoportico e attraverso la finestra sul mare. Al centro della parete opposta sporge una veranda (zotheca) che, aprendo le vetrate e le tende, amplia la stanza arredata con un divano e due poltrone. Grazie alle tre finestre esposte in differenti direzioni si possono vedere il mare, altre ville e boschi. Adiacente c’è una stanza silenziosa per la notte dove non si sentono né le voci della servitù, né il rumore del mare, non si vedono i fulmini del temporale e nemmeno la luce del giorno, se non si aprono le finestre. La silenziosità dell’ambiente è dovuta al corridoio che si trova tra la stanza e la facciata. Annesso alla stanza da letto si trova il piccolo locale che, in caso di necessità e aprendo delle aperture, riceve aria calda dall’ipocausto sottostante. Dietro questo locale c’è un’altra stanza con anticamera che riceve sole dalla leva fino a dopo il mezzogiorno.

Plinio scrive che, quando si è ritirato nel padiglione (dieta), si sente lontano dalla villa e può lavorare indisturbato anche quando gli altri in casa fanno chiasso, come capita per esempio in occasione del carnevale (saturnalia).

A lui manca solo una cosa: una fontana – nonostante che la zona sia ricca di vene d’acqua non troppo profonde. Già poco lontano dalla spiaggia, l’acqua dolce sorge non appena si comincia a scavare. I vicini boschi forniscono legna in quantità sufficiente e tutto il resto si può comprare a Ostia, e, se i bisogni sono modesti, persino nel prossimo paesino che comincia subito dietro la più vicina villa. In questo paesino esistono persino tre bagni pubblici a pagamento, una grande comodità, come Plinio afferma, quando si arriva alla villa all’improvviso ed è troppo tardi per riscaldare l’acqua per il bagno.

Lungo tutta la costa si vedono ville, isolate o agglomerate e sulla spiaggia si sta bene quando non c’è vento, ma spesso è poco accogliente a causa della forte risacca. Il mare non abbonda di pesci pregiati, fornisce però sogliole e ottimi gamberi. Il podere fornisce tutti i prodotti agricoli della zona e le pecore danno latte in abbondanza.

La villa umbra

Plinio descrive un’altra villa di sua proprietà in una lettera all’amico Apollinaris (Ep. libro V, lettera 6). Si tratta della villa sulle colline umbre, nei pressi dell’odierna Città di Castello, chiamata in epoca romana Tifernum Tiberinum, per distinguerla da Tifernum Metaurense, una città sul Metauro.

 
La villa di Plinio il Giovane presso Tifernum Tiberinum in Umbria –
Situazione (disegno: Hans Döllgast)

Gli scavi eseguiti in località Colle Plinio, nel Comune di San Giustino, condotti dall'Università degli studi di Perugia in collaborazione con l'Università di Alicante, hanno consentito di individuare il sito sul quale sorgeva la villa, ma la villa in sé la conosciamo solo grazie alla descrizione di Plinio il Giovane.

 
La villa di Plinio il Giovane presso Tifernum Tiberinum in Umbria
Planimetria (disegno: Hans Döllgast)

Egli racconta all’amico che la sua villa si trova ai piedi dell’Appennino dove il clima è salubre, ma gli inverni sono freddi e gelidi; il mirto e l’olivo e altre specie che amano il caldo non vi crescono, mentre il lauro sì. L’estate è però sorprendentemente mite; l’aria è sempre in movimento, ma si tratta piuttosto di brezza che di vento. Vi vivono molte persone anziane; si incontrano i nonni è bisnonni di persone nel fiore degli anni; si ascoltano storie e racconti che risalgono al periodo degli avi e si ha quasi l’impressione di essere nati in un altro secolo.

Il paesaggio è meraviglioso, bisogna immaginarsi un enorme anfiteatro. Un’estesa  pianura circondata in tutte le direzioni da montagne coperte di boschi ricchi di abbondante selvaggina.

La villa è situata al piede di una collina, ma guarda lo stesso dall’alto verso la valle. Alle sue spalle, ma ancora molto distante, s’eleva l’Appennino. Dalla catena montagnosa soffia sempre un vento fresco anche durante le giornate serene. La maggior parte dei fabbricati è esposta a sud e l’antistante porticato accoglie il sole, in estate a partire dalla sesta ora, in inverno, molto prima. Il porticato ha molti annessi, tra cui un atrio del tipo tradizionale.

La villa di Plinio il Giovane presso Tifernum Tiberinum in Umbria
Veduta dal lato di ingresso (disegno: Hans Döllgast)

Davanti al porticato, si estende una terrazza (xystus) con aiole, recintata da una siepe di bossi; un prato scende giù verso valle. I bossi sono potati in modo da assumere la forma di animali. Giù, verso la valle cresce l’acanto. Il prato circonda un vialetto recintato da siepi; al lato si trova un viale rotondo che circonda altri arbusti e piccoli alberelli. Il tutto è limitato da un muro di pietra costruito a secco e nascosto da una siepe di bosso potata a gradini. Dietro il muro cominciano i prati e i boschi.

 
La villa di Plinio il Giovane presso Tifernum Tiberinum in Umbria
La foresteria (disegno: Hans Döllgast)

All’estremità del porticato sporge un ampio triclinio, dalla cui porta si guarda sulla terrazza, sui prati e su numerosi campi. Si può vedere inoltre tutta la parete posteriore del porticato, il corpo sporgente della villa, nonché le cime degli alberi dell’ippodromo.

Circa al centro del porticato si trova, in modo un po’ rientrante, un padiglione (dieta) che racchiude uno spazio ombreggiato da quattro platani. Tra questi, da una grande vasca di marmo sgorga dell’acqua che bagna il prato e i platani.

 
La villa di Plinio il Giovane presso Tifernum Tiberinum in Umbria 
veduta aerea da sudovest (disegno: Hans Döllgast)

Il padiglione contiene una camera da letto in cui non entra né luce, né rumore. Accanto c’è un triclinio di uso quotidiano dove si mangia con gli amici, ombreggiato dai vicini platani e che guarda verso altri porticati. C’è però anche un altro ambiente che guarda verso lo spazio con i platani, una stanza con uno zoccolo di marmo e pareti dipinte con ramoscelli ed uccelli. In questo ambiente si trova una piccola fontana con una vasca che raccoglie l’acqua che sgorga da diverse bocche.

All’altra estremità del porticato c’è una spaziosa camera da letto, di fronte al triclinio. Da una delle due finestre si guarda sulla terrazza e dall’altra su estesi prati. Direttamente sotto la finestra, da uno stagno, dell’acqua si riversa in una vasca di marmo. In inverno, questa camera da letto esposta al sole è piacevolmente calda; annesso c’è il locale dell’ipocausto che riscalda quando manca il sole.

Segue uno spazioso spogliatoio (apodysterium) che porta al bagno freddo (frigidarium) dove si ha a disposizione un’ampia e ombreggiata piscina per nuotare. Coloro che desiderano invece più spazio per nuotare e acqua più calda, nel cortile c’è un’altra piscina e una fontana per rinfrescarsi. Dal frigidario si arriva al tepidario che è  più soleggiato e poi al calidario che riceve ancora più sole perché sporge dal complesso. Il calidario ha tre vasche, due più esposte al sole e una terza più in ombra, ma non per questo meno illuminata. Al primo piano dello spogliatoio si trova un ambiente per i giochi al pallone (sphaeristerium) e per esercitarsi in varia maniera. Non lontano dai bagni, una scala porta a tre stanze e ad un porticato coperto. Una di queste stanze guarda sulla piazzetta con i quattro platani, un’altra sul prato e la terza che riceve luce da tre lati sui vigneti. 

All’estremità di questo porticato si trova un ambiente da cui si gode una vista sull’ippodromo, sui vigneti e sui monti. Segue una stanza molto soleggiata, particolarmente in inverno. A questo punto comincia un corpo che collega l’ippodromo con la villa.

Questo è l’aspetto del lato principale della villa. Accanto, un po’ rialzato, si trova un porticato coperto ad uso estivo che confina direttamente con i vigneti. Al suo centro un triclinio riceve la salubre aria delle valli appenniniche. Le finestre, sul lato posteriore, danno sulla vigna che si vede anche attraverso la grande porta e il porticato. Sul lato senza finestre del triclinio si trova una scala di servizio nascosta. All’estremità posteriore del porticato c’è un’altra stanza con vista sui vigneti.

Sotto il porticato c’è un ambiente sotterraneo, voltato, che anche in estate rimane gelido a causa della minima aerazione. Sull’altra estremità del porticato, laddove si trova il triclinio, comincia un altro porticato fresco di mattina e caldo verso sera. Da questo si accede a due padiglioni (diaetae); uno dei quali ospita quattro ambienti, l’altro tre, che offrono sole e ombra secondo l’ora del giorno.

Davanti a questi fabbricati, graziosamente disposti, si estende l’ippodromo circondato da platani coperti di edere. Negli spazi tra gli alberi crescono bossi e allori che contribuiscono all’ombreggiamento della pista che al centro è libera; così il visitatore può immediatamente afferrare tutta l’estensione dell’impianto.

Conclusione

Le descrizioni fornite da Plinio il Giovane dimostrano che le due ville sono state progettate e costruite in stretto rapporto al sole e al clima e questo per due motivi:

per creare dei luoghi ove potersi riscaldare e per potersi godere dello spettacolo naturale della leva e del tramonto. L’orientamento delle ville è pertanto piuttosto verso sud o sudovest. 

L’elemento architettonico più importante di queste ville è il porticato. E’ un galleria esterna coperta dove si può stare al riparo dalla pioggia, dal sole e anche dai venti freddi. Il porticati delle ville collegano esternamente i singoli ambienti e, come si apprende dalla descrizione, hanno spesso anche delle vetrate. Il vasto utilizzo di finestre e porte vetrate nelle ville di Plinio non sorprende; era una persona ricca e poteva permettersi questo lusso che la maggior parte degli edifici dell’epoca non lo avevano.

Un altro importante elemento architettonico delle ville è la torre. Questi torri hanno due o tre piani e consentono di ammirare il paesaggio da una posizione elevata. In Italia, questo elemento si è conservato fino al Medioevo. Nelle fattorie, le torri servivano ad ospitare il proprietario e per stoccare i prodotti agricoli più deperibili.

Un’idea dell’aspetto delle ville dei ricchi romani, ce la forniscono gli splendidi dipinti murali dell’epoca che si sono conservati in alcune ville di Pompei, di Ercolano e di Stabiae. Diverse ville di campagna sono raffigurate nella casa di Marco Lucrezio Frontone a Pompei. Anche questi dipinti, databili alla prima età imperiale, mettono in rilievo l’elemento degli ampi porticati che uniscono le singole parti del complesso edilizio con torri, padiglioni, vasche e piscine.

Note

(1) In Arch. Jahrbuch 6, 1891, 202 segg.
(2) Tanzer, H.H., The Villas of Pliny the Younger, New York 1924
(3) Lehmann-Hartleben, K. Plinio il Giovane, Lettere scelte con commento archeologico, Firenze 1936

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