lunedì 30 settembre 2013

Clima mediterraneo - Roma antica - Porticati



Un elemento di grande utilità dell’urbanistica mediterranea, e non solo di quella antica, è il porticato. Sotto un portico ci si può riparare quando piove e quando il sole batte troppo forte. Un porticato forma una tettoia protettiva sopra gli ingressi, le finestre al piano terra degli edifici e sopra le decorazioni della parete del muro. Similmente alle città elleniche, a Roma si costruirono una serie di portici già nel 194 e nel 179 a.C. (1).

 
Porticato moderno a Torino (Foto: Uwe Wienke)

In molte città romane di cui conosciamo la pianta della città antica esistevano dei porticati. Ad Augusta Raurica gli isolati erano circondati da porticati, ossia da marciapiedi coperti. Tutto indica che in questa città il regolamento urbanistico obbligava i proprietari dei lotti a costruire a proprie spese questi porticati davanti le loro case ed a badare alla loro manutenzione.

Vitruvio (2) consiglia di costruire porticati in prossimità dei teatri affinché i cittadini possano passeggiarvi e gli spettatori possano ripararvisi in caso di improvvisi acquazzoni: Egli scrive:

“Dietro la scena si dovranno costruire i portici, in modo qualora piogge improvvise interrompessero lo spettacolo, il pubblico all’esterno del teatro avrà dove ripararsi e gli apparati coreografici avranno uno spazio più largo per l’allestimento”.

Questo consiglio è spesso stato seguito. A Roma, direttamente accanto al teatro di Marcello, sorge il Portico d’Ottavia e, dietro il teatro di Pompeo, il Portico Pompeiano.

Questi portici avrebbero dovuto servire anche alla ricreazione e al tempo libero della cittadinanza. A questo proposito Vitruvio scrive:

Gli spazi centrali tra i portici, a cielo aperto, si dovranno abbellire con la vegetazione così che le passeggiate all’aperto siano molto salutari ……  Se è evidente dunque che nei luoghi aperti l’aria succhia via dai corpi gli umori più nocivi, come la nebbia dalla terra, non penso che si possa dubitare del fatto che nelle città debbano esserci spazi aperti sotto il cielo, grandissimi e molto accoglienti dove passeggiare.

Presumibilmente, per rendere accettabili questi portici ai parsimoniosi amministratori comunali, Vitruvio attribuisce a questi portici anche una funzione più utilitaristica dicendo:

Inoltre in questo genere di edifici, per tradizione vengono sistemati i magazzini di cui la città ha bisogno nei momenti di necessità. Durante gli assedi infatti, gli altri approvvigionamenti sono tutti più facili di quello del legname. Così, i passeggi all’aperto offrono due grandi vantaggi: uno è la salute in tempo di pace e l’altro la sicurezza in tempo di guerra. E’ per questo che la realizzazione dei passeggi, non solo dietro alla scena del teatro, ma anche dietro a tutti i templi degli dei, è di grande utilità per i cittadini.

 
Porticati della grande palestra di Pompei
(Foto: Wikipedia/Sören Bleikertz)

Ad Augusta Raurica, di fronte al teatro, era situato il cosiddetto tempio “su Schönbühl”, che era circondato da un porticato, come anche , il foro secondario che si trova direttamente a sud. Ad Augusta Bagiennorum si poteva raggiungere rapidamente dal teatro la basilica e i portici del foro. A Brescia il teatro era situato accanto al campidoglio, dove era possibile ripararsi dalle intemperie.

A Leptis Magna, dietro il proscenio, si trova un portico così come descritto da Vitruvio, cioè un giardino circondato da portici, un peristilio ad uso pubblico. Non lontano dal teatro c’era anche il mercato, anch’esso circondato da portici. Ad Ostia si trovava, immediatamente dietro il proscenio, il foro delle corporazioni e, inoltre, anche la via principale, che passava davanti al teatro, aveva marciapiedi porticati.  A Pompei si trovava, non lontano dal teatro, il cosiddetto “Foro triangolare”, un foro secondario con un portico, sul quale sboccavano gli ingressi del teatro. Il teatro di Salona era situato presso il foro e un tempio, così, anche in questo caso, si era creato un riparo e un luogo in cui passeggiare in attesa di andare a teatro o di fare una visita al tempio. Una situazione simile la si ritrova anche a Timgad.

Note

(1) Castagnoli, F., Topografia e Urbanistica di Roma, Bologna 1969, p.21
(2) Vitruv, de arch. V 9, 1

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